L’Io e il Sé tra arte, spiritualità  e sciamanesimo nella metodica del TeatroTranspersonale®  –  prima parte

Questo dolore non è il tuo, è del bambino che domina la tua memoria (Alejandro Jodorowsky)

Lo spettatore assiste ad uno spettacolo, ad un evento, ad un film, in una sorta di attesa rivelatrice che qualcosa di magico o di non conosciuto possa essergli rivelata. Nel gruppo degli astanti, in una visione condivisa che canalizza l’energia collettiva, guarda all’attore, all’artista come il richiedente fa con lo sciamano. Attende, chiede inconsciamente che gli venga svelata la sua natura, la ragione e la causa del suo “dolore”, della sua infelicità come essere umano, della sua sofferenza come specie e partecipa alla cerimonia che l’attore, artista-sciamano mette in atto, metafora ed esegesi della sua trasformazione e guarigione. Lo svelamento sarà la catarsi che conduce lo spettatore al riconoscimento di parti di sé.

Lo sciamanesimo è il metodo più antico di utilizzare uno stato alterato di coscienza per ottenere la guarigione e trovare soluzione ai problemi. Gli sciamani sono stati i primi guaritori e soccorritori nella vita e nella morte, i primi saggi e visionari

L’attore sciamano guida il rito del teatro attraverso codici e forme archetipiche che parlano all’essenza dell’uomo spettatore, al suo inconscio, al suo subconscio e in una visione transpersonale parlano al suo più alto Sé, al vero scopo della sua Incarnazione.

Bertold Brecht, il grande drammaturgo tedesco, ha scritto che il teatro discende dal rito e smette di essere rito nel momento in cui diventa teatro.

Nella visone del Teatro Transpersonale® il teatro si rispecchia nel rito, per farsi sorprendere da ogni frammento della realtà personale o collettiva, osservarlo con amore, senza giudizio, specchio di storie possibili, fiamma che arde nel rito della Scena del Sé.

Non è il teatro che è necessario, ma assolutamente qualcos’altro. Superare le frontiere tra me e te: arrivare ad incontrarti per non perderti più tra la folla, né tra le parole, né tra le dichiarazioni, né tra le idee graziosamente precisate, rinunciare alla paura ed alla vergogna alle quali mi costringono i tuoi occhi appena gli sono accessibile “tutto intiero”. Non nascondermi più, essere quello che sono. Almeno qualche minuto, dieci minuti, venti minuti, un’ora. Trovare un luogo dove tale essere in comune sia possibile…” (Jerzy Grotowski )

Lo “sguardo dentro di sé” è uno degli aspetti della terapeuticità del teatro e dei suoi apporti positivi, in termini di vantaggi umano-relazionali.

Il teatro consente una trasformazione della persona, una sorta di passaggio di soglia  che, attuando delle modificazioni, a livello del sé,  permette di essere considerato terapeutico.

La maschera teatrale diventa lo svelamento, l’attore, l’allievo non viene a mettersi una maschera per recitare la finzione di un personaggio, strumento di fuga dalla realtà e di non-chiarezza nella comunicazione con gli altri, ma viene a togliersi la sua maschera, per offrire la nudità di se stesso per così come è, mostrare la vera natura di sé.

La scena non è luogo di finzione o di inganno, ma l’ambiente della rappresentazione; il palcoscenico non è lo spazio in cui si fa per finta, bensì quello spazio in cui si compiono azioni, si rivivono memorie, fisiche, sensoriali, a partire principalmente dall’uso del corpo.

Il teatro eredita diversi aspetti dallo sciamanismo, ed in particolare dalla ritualità che gli è propria.

Entrambi  i mondi,  quello teatrale e quello sciamanico, vivono un processo di trasformazione, l’uno chiamato transizione teatrale  , l’altro definito trance sciamanica .

Nel primo caso si assiste all’evoluzione dall’individuo da sé verso il personaggio, attingendo al proprio bagaglio psicologico ed emotivo.

Maschere sceniche

Nel Teatro Transpersonale® io parlo di Persona-Personaggio, uno stato intermedio dove l’attore allievo non è più se stesso ma non è ancora il personaggio, anzi a volte non lo raggiunge nemmeno, rimanendo in uno spazio di mezzo che io chiamo l’Altro da Sé. Come per lo sciamano che passa da un mondo, terreno, ad un altro, ultraterreno, spesso attraverso una modificazione di coscienza detta appunto “trance”.

E’ la trasformazione della persona, attore o sciamano che sia, che permette di parlare di processo terapeutico. L’attore passa da un  Io  ad un  Sé-persona-personaggio, mentre lo sciamano da un   sé nel mondo al di qua  ad un  sé nel mondo al di là.

Lo sciamanesimo è la più autentica ed antica tradizione di conoscenza. Essa costituisce la base di molte religioni, scienza e misticismo.

In uno studio condotto presso la facoltà delle culture antiche dell’Istituto di ricerca di Irkutsk hanno  trovato tracce di sciamanesimo siberiana in Australia, Africa, America e Tibet.

Di fatto lo sciamanismo è il fondamento della psicologia e di varie forme di medicina. E’ ed è sempre stato presente nel teatro, nell’architettura e in tutto ciò che è sacro e in tutte le arti. E’ presente anche nel Tantra e nel Taoismo.

Lo sciamanesimo ha una profonda conoscenza e può dare molte risposte alle domande dell’uomo contemporaneo. Inoltre ispira e dà anche una solida base al lavoro di guaritori,   psicologi,   artisti, e coloro che cercano sia la spiritualità che lo sviluppo della personalità.

fine prima parte

 Darshana Patrizia Tedesco  

tratto da una sua conferenza tenuta  il 14 marzo 2012 a Borgo S. Lorenzo-Firenze presso l’Associazione Sguardo d’Amore