Un’arte transpersonale…Nel momento in cui divento il “sentimento” allora ho la sensazione di accedere ad un livello di pensiero più sottile, ed estremamente più rapido. Di fatto non è più la mente ordinaria a dirigere scelte e decisioni, azioni e parole. La mente ordinaria resta indietro rispetto a quel nuovo processo di pensiero, solo se accetta di essere spettatrice la sua presenza è ancora possibile.

Ecco allora quello che Darshana chiama il “doppio sguardo”. Se invece la mente si rifiuta di essere spettatrice, se si sforza di gareggiare e dirigere la nuova dinamica, allora viene zittita, annullata, e mi è capitato di sperimentare uno stato in cui ho l’impressione di non riuscire più a dirigere il processo nel suo divenire. In quel caso è il processo che dirige me, fuori dal mio controllo.

Perciò comprendo che non si tratta tanto di annichilire la mente, quanto di educarla e guidarla verso il posto che le spetta, lasciando che assista e che conservi memoria di quanto accade. Questa forma di intelligenza così raffinata che si esprime nello stupore dell’improvvisazione (ovvero sono il copro e il sentimento che conducono azione  e parole, fuori da una partitura precisa), è per ancora fonte di grande meraviglia. Da sempre abituato a controllare e soprattutto a preparare il terreno delle mie performance nella commedia umana, imparare quest’arte transpersonale mi porta spesso ai bordi della fonte di cui il mio Essere è così assettato…

…Semplicemente un solo gesto mi sembra che possa modificare il luogo in cui mi trovo, l’epoca in cui vivo, gli abiti che indosso. Semplicemente il ritmo di quel gesto può modificare il mio sesso e la mia età, ora sono bambino, ora un guerriero, ora un’anziana che contempla le stelle, ora sono un maestro, ora una giovane donna al suo primo amore… e così semplicemente il gesto può amplificare la qualità che esso stesso, senza premeditazione, fa scaturire.

Se poi chiudo gli occhi ecco che l’ologramma conosciuto del mondo scompare, e nascono infinite scene di teatri passati e  futuri: foreste, città, castelli, giardini regali, piccole chiese, strade affollate… e il grande cielo.

Niccolò A.