Cara Darshana
il teatro mi fa bene...è da ieri sera che piango…uno stato di grazia…
ieri sera salendo in macchina ho deciso di osservare le emozioni che si accavallavano.
Non so bene dargli un nome a queste emozioni adesso, erano tante. Si fermavano tutte in gola, l’aria non saliva.
La mia volontà è stata quella di far uscire tutto, l’ho deciso e mi sono messa ad urlare.
Una corda di suono tirava su la sofferenza, guidavo ed urlavo.
Non ne avevo voglia ma urlavo, l’aria repressa usciva tirando su a forza tutte le lacrime che non mi permettevo di piangere.
Quanta sofferenza c’è dentro di me? Mi sembra infinita, mi sembra di toccare il fondo ma ce n’è sempre dell’altra…
Stamattina è affiorato altro. E’ da un pò di giorni che penso di non  avere talento artistico.
Non sono un’artista, ho pensato allora ho sentito un dolore al cuore.
Da piccola disegnavo sempre, tutti i giorni a tutte le ore. Mi veniva semplice, era la mia passione.
Non so dopo cos’è successo, c’è stato un blocco forte …Ancora vivo questo senso di impotenza, di paura..stamani mi sono detta “devi fartene una ragione, ormai è troppo tardi, devi recuperare troppo, non sei un artista..” ho sentito un forte calore al cuore come un vetro rotto. L’idea di non avere talento in quel senso mi fa stare veramente male, mi brucia. E allora continuo a chiedermi “sarà ego?sarà che ho voglia di dimostrare qualcosa al mondo?” però la fitta l’ho sentita al cuore, non al plesso solare.
Ho un universo dentro inespresso, inerte. Se non riesco a portare la testimonianza di questi mondi fantastici è come se li facessi a poco a poco morire. E mi sembra che potrebbero fare bene anche agli altri, questa nuova visione del mondo, della vita potrebbe essere terapeutica.
Quando ieri sera urlavo in macchina, mi sembrava di averti accanto, mi sembrava che tu fossi li a spingermi, la tua voce diceva in silenzio “vai vai libera! fai uscire tutto!!” quando sono tornata a casa c’è stato un momento in cui ho provato uno stato di grazia. Ero in pace,più leggera. 
Anche adesso mi sento meglio, ma non riesco a capire come poter liberare questo cuore. Mi sono ostinata a disegnare come fosse un dovere, pensando che più facevo e più mi sarei sentita meglio, in questo momento penso invece di dovermi vivere fino in fondo questa stasi creativa.
Forse poi un’altra corda di suono potrà liberare anche il cuore…
penso che quello che mi sta succedendo sia di fondamentale importanza, e molto lo devo a te
un bacio adamantino

Elisabetta G.